Internazionalizzazione: perché è importante che in azienda tutti siano d’accordo
Internazionalizzazione? Per farlo, ci vuole un lavoro di squadra
Quando sei un’azienda e decidi di puntare sull’internazionalizzazione, c’è un aspetto che è importante mettere a fuoco subito. Aprirsi ai mercati esteri non è un semplice progetto. Si tratta, piuttosto, di una trasformazione strutturale che andrà a coinvolgere l’azienda nella sua totalità.
Per dirla in altri termini, non è come farsi fare un vestito nuovo. Non è sufficiente chiamare il sarto (fuor di metafora: affidare la patata bollente a un esterno), dargli qualche indicazione, passargli le tue misure e basta. Perché un processo di internazionalizzazione produca risultati soddisfacenti, è importante che tu – azienda – sia disponibile a impostare un vero e proprio lavoro di squadra. Una trasformazione diffusa e condivisa. E proprio per questo è importante che ci sia accordo sul fatto di portarla avanti.
I problemi dell’internazionalizzazione (quando non si chiariscono le cose subito)
Il figlio spinge per aprire l’azienda ai mercati esteri ma il padre non è d’accordo. Un fratello crede nell’internazionalizzazione e l’altro no. Capita spesso, soprattutto nelle imprese familiari : si avvia un processo ma non tutti sono d’accordo nel portarlo avanti. E questo può essere un grosso problema.
Non credere a chi minimizza, dicendoti che in fondo è il commerciale che si occuperà di portare avanti il processo. È un po’ come quando si acquista un macchinario che sarà importante per gli sviluppi dell’attività. Una spesa di questo tipo dovrà essere giocoforza approvata da tutte le componenti decisionali di un’azienda. Questo vale, a maggior ragione, per un processo come l’internazionalizzazione.
Per presentarsi in modo competitivo ai mercati esteri, un’azienda dovrà per forza cambiare alcuni aspetti. Questo vuol dire che, in un certo senso, dovrà crescere: l’apertura a un nuovo mercato non è un processo che va avanti a scatola chiusa. In casi come questo è davvero l’unione che fa la forza.
Cosa può succedere se non sono d’accordo tutte le componenti decisionali?
D’altra parte, se non c’è accordo in partenza, purtroppo prima o poi i nodi verranno al pettine. Portare avanti un processo di internazionalizzazione senza accordo, è come camminare sulle uova. Basta poco perché l’equilibrio si rompa.
Ogni processo ha i suoi, strutturali, momenti difficili. Quando ci si apre a un mercato estero, per esempio, i risultati possono non essere così immediati . In questo senso, ovviamente conterà molto la serietà della persona a cui ti affiderai. Come ti dicevo, diffida da chi “la fa troppo facile”. Non credere a chi ti promette mari e monti in tempi brevi.
Quando si incappa nel classico momento difficile, i problemi iniziano a venire a galla. È allora che la parte non consenziente rischia di mettersi di traverso e fare esplicitamente opposizione. Se le componenti decisionali di un’azienda non sono d’accordo, quindi, il processo di internazionalizzazione rischia di subire una battuta d’arresto. O addirittura di abortire, con relativo spreco di tempo e denaro.
Meglio correre ai ripari prima. Aprirsi ai mercati esteri è come salire su un treno per intraprendere un viaggio a largo raggio. È importante, quindi, che nessuno rimanga a terra.
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A presto
Francesco
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