Un metodo professionale per vendere all'estero
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Vendere all’estero: un metodo professionale

“Ecco come un metodo professionale ti permetterà di realizzare finalmente il tuo sogno e di vendere all’estero”

Se anche tu hai già provato a vendere all’estero, ma senza successo, allora in questa pagina troverai la soluzione al tuo problema.

 

Mi capita sempre più spesso di imbattermi in imprenditori molto sfiduciati e rassegnati che mi raccontano dei loro tentativi falliti di vendere all’estero.

 

Ho notato anche, che questa situazione è in aumento rispetto a qualche anno fa.

 

Quali sono i motivi? Credo che il motivo principale sia principalmente numerico, ovvero che molte più aziende di una volta tentano di esportare in Germania.

 

Si parla sempre di più di internazionalizzazione, di esportare, di allargare i mercati.

 

L’opinione pubblica sta sensibilizzando sempre di più le aziende ed i politici su questo tema.

 

E questo è sicuramente una cosa positiva. Fino a qualche anno fa erano poche le aziende che pensavo di allargare i loro mercati oltre il confine nazionale. Anche perché non ce n’era bisogno.

 

L’economia era florida e sul mercato nazionale c’era spazio per tutti.

 

Con la crisi e comunque con la creazione del mercato comune e l’avvento della globalizzazione questa è diventata una necessità.

 

L’allargamento dei mercati, se da un lato offre nuove possibilità, dall’altro porta “in casa” nostra dei concorrenti che prima non c’erano. Bisogna quindi sfruttare la possibilità di allargare i nostri confini commerciali.

 

Questa nuova situazione è stata quindi avvertita anche da opinione pubblica e dai politici.

“Boom di domande per il voucher internazionalizzazione: nuovi fondi in arrivo”

Fonte: il sole 24 ore del 4 Dicembre 2017.

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2017-12-04/boom-domande-il-voucher-internazionalizzazione-nuovi-fondi-arrivo-190923.shtml?uuid=AESkT3MD

Quindi il governo e le regioni istituiscono sempre più spesso bandi a sostegno per l’internazionalizzazione.

 

Il problema è che tutti ne parlano, ci sono finanziamenti, dibattiti etc., ma nessuno pone l’attenzione su come affrontare la sfida per esportare.

 

All’aspetto positivo di un aumento della sensibilità verso l’esportazione, non ha ancora fatto seguito la presa di coscienza che l’approccio ai nuovi mercati, inclusa la Germania, va fatto in maniera professionale e scientifico.

 

Quello di cui gli imprenditori avrebbero bisogno è un aiuto concreto che li supporti in questo processo.

 

Serve quindi chi contatta i potenziali clienti e poi li accompagna nella trattativa, questo è il minimo “sindacale”.

 

Ma poi serve anche una strategia commerciale e di marketing che accompagni e preceda queste azioni di contatto, altrimenti risultano largamente inefficienti.

 

Quando vado a fondo e domando a questi imprenditori in che modo hanno provato a vendere all’estero, si rivelano chiaramente i motivi dell’insuccesso.

 

C’è chi si appoggia a figure non professionali, che hanno la sola capacità di parlare inglese. Come puoi pensare di ottenere risultati, se non occasionali?

 

Oppure chi sfrutta le associazioni di settore. Queste però normalmente offrono solo un appoggio iniziale per capire cosa ti può aspettare. Un progetto completo ed organico è un’altra cosa.

 

Se non hai già collaboratori formati e preparati all’interno della tua azienda per proseguire il lavoro, questo tipo di attività non ti serve a niente.

 

Altri ancora che si appoggiano a società che gli hanno promesso di raddoppiare il fatturato in pochi mesi.

E’ chiaro che non è possibile! I miracoli non esistono.

 

Tutto quello che si ottiene è frutto del duro lavoro unito ad una strategia seria e un programma da seguire.

 

La colpa però non è sempre solo di queste società. Anche gli imprenditori a volte ci mettono del loro, pensando di ottenere tutto come da una scatola magica.

 

“Io pago questi qua e loro mi trovano i clienti”

 

PECCATO ma non funziona così!!!

 

Anche a me è capitato in passato di non ottenere gli obiettivi prefissati senza la collaborazione del mio cliente.

 

Non ho paura a dirlo. Purtroppo non ho la bacchetta magica e se il titolare dell’azienda non collabora attivamente, il progetto è destinato a fallire.

 

Però premesso questo, ti serve qualcuno che ti conduca per mano in un mercato dove ci sono i numeri e le potenzialità davvero per fare affari importanti, ma va affrontato nella maniera corretta

 

Il mio metodo, l’unico pensato per vendere in Germania, prevede appunto di definire una strategia ed un piano di marketing con cui accompagnare poi l’azione commerciale.

 

Questo metodo è l’unico che unisce le due fasi di preparazione del mercato e dell’azione concreta di vendita.

 

In questo modo potrai davvero realizzare il sogno di conquistare il mercato tedesco.

 

Il metodo è stato affinato da oltre 12 anni di esperienza, lavorando con più di 60 aziende in 47 settori differenti.

 

Ecco cosa dice uno di questi clienti:

 

Stefano Fornoni, titolare della ditta Steam Italy Srl . www.steamitaly.it

Ecco come un metodo professionale ti permette di vendere all'estero“Consiglierei la collaborazione con Francesco, perché spaziando in diversi mercati per diversi prodotti ha piena conoscenza della tipologia di marketing da affrontare per ogni prodotto”

 

Nel 2017, sono anche stato accreditato dal MISE, il Ministero dello sviluppo economico) a fornire alle imprese beneficiarie del voucher, i servizi di supporto ai processi di internazionalizzazione

 

Ecco come un metodo professionale ti permette di vendere all'esterohttp://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/incentivi/commercio-internazionale/voucher-per-l-internazionalizzazione-2017

 

Con il metodo Vendere in Germania:

 

  • Individuerai dove la tua azienda sarà più competitiva
  • Troverai il corretto canale di vendita
  • Staccherai la concorrenza
  • Anche tu potrai dire che la Germania è uno dei tuoi mercati principali
  • Potrai scegliere clienti migliori
  • Dormirai sonni tranquilli non minacciato più dal fatto di vendere solo in Italia

 

Proprio perché il metodo è cosi efficace e definito, questo è destinato solo ad un certo tipo di aziende, ovvero aziende manifatturiere o che comunque producono qualcosa.

 

Purtroppo per come è strutturato il metodo non funziona per esempio per le aziende di servizi.

 

Fare marketing e vendere all’estero non è gratuito, ma costa. Quindi il metodo si rivolge ad aziende con un fatturato da almeno 1,5 -2 milioni in su.

 

L’altro limite è geografico. Il metodo è applicabile ovunque, ma per seguire un progetto in modo efficace riesco a farlo solo sul territorio lombardo e veneto, quindi a malincuore, ma per il momento devo rinunciare a collaborazioni con aziende più lontane.

 

Se sei interessato ad approfondire l’argomento e cominciare subito a vendere all’estero, voglio spedirti lo “Starter Kit per vendere in Germania” che ti permetterà di iniziare a contattare clienti in Germania.

 

Ecco come un metodo professionale ti permette di vendere all'estero

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  • Tutti i documenti in tedesco necessari per vendere in Germania. Ti basterà “riempire gli spazi vuoti” del modello di lettera che trovi nel pacco
  • La chiavetta USB con tutti i documenti necessari per vendere in Germania
  • Il Report “I 5 errori da non fare se vuoi vendere in Germania”

 

 

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A presto

 

Francesco

 

Vendom Srl

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Vendere in Germania ti fa superare la crisi
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Vendere in Germania ti fa superare la crisi

Ecco come vendere in Germania ti fa superare la crisi e la trasforma in un’opportunità per aumentare il tuo fatturato.

Anche tu puoi sfondare e vendere in Germania, come mai avresti immaginato.

 

Purtroppo negli ultimi anni, a partire dalla fine del 2008 il mercato italiano, ma in generale quello mondiale, ha dovuto affrontare una crisi senza precedenti.

 

Questa situazione ha messo in ginocchio molte aziende. Le più sane hanno resistito e poi sono ripartite, mentre quelle più deboli sono purtroppo fallite.

 

Sai quali aziende sono principalmente sopravvissute? Le aziende cosiddette “export-oriented”, ossia quelle che già esportavano.

 

Non lo dico io:

 

“…La quota di microimprese (quelle fino a 9 addetti) con valore aggiunto e addetti in aumento è però solo del 13%, sale al 30% all’interno del cluster delle aziende medio-grandi.

Una capacità di crescita strettamente connessa alla presenza sui mercati internazionali: solo il cluster definito ad internazionalizzazione spinta, infatti, è stato in grado nel periodo di aumentare congiuntamente numero di addetti e valore aggiunto. All’estremo opposto sono le aziende “conservatrici”, quelle meno innovative, meno internazionalizzate e con ridotte relazioni interaziendali: per loro, non a caso, si riducono sia il valore aggiunto che l’occupazione.

In media, il ruolo delle imprese esportatrici nella creazione del valore aggiunto è aumentato tra 2010 e 2013 di cinque punti all’82%.

La caduta del mercato interno ha spinto un numero maggiore di imprese oltreconfine, scelta visibile nell’aumentato numero degli esportatori: da 189mila a 191mila. Un incremento legato soprattutto alle microimprese…”

Fonte: Il Sole 24Ore – L’analisi di Luca Orlando

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2016-05-20/spalle-larghe-ed-export-via-crescita-114523.shtml?uuid=ADevq0L

 

Non sto dicendo che se esportavi non sentivi le difficoltà, infatti tutti i mercati erano in crisi in quegli anni.

 

Però se hai suddiviso ii tuoi clienti su diversi mercati, il rischio è ridotto.

 

Inoltre se parte del tuo mercato è in Germania, per esempio, in questo paese la crisi è già finita da almeno un paio d’anni e l’economia ha ripreso a correre come e più dei tempi pre-crisi.

 

“Il confronto tra Italia e Germania diventa così imbarazzante: prima della crisi, il nostro pil era pari a oltre il 60% di quello tedesco, mentre oggi è sceso a meno del 54%. Il nostro pil pro-capite era pari all’86% di quello in Germania alla fine del 2007, mentre oggi vale il 73%, meno dei tre quarti. In poche parole, un italiano mediamente produce oggi il 13% di ricchezza in meno di un tedesco rispetto a poco più di 8 anni fa”

 

Fonte:Investireoggi.it – https://www.investireoggi.it/economia/litalia-perde-con-germania-e-francia-la-partita-della-crescita-ricchezza-insidiata/

 

Non credo si possa dire lo stesso dell’Italia, o perlomeno la situazione è confusa e non delineata.

I politici ci dicono che la crisi è superata, altri dati e l’andamento dei mercati ci dicono il contrario.

 

La verità probabilmente è che la situazione è a macchia di leopardo. Qualche settore si è ripreso meglio degli altri, qualche altro è ancora in difficoltà.

“Eh c’è la crisi!”

 

Questo è il lamento che si è sentito principalmente in questi anni dagli imprenditori.

 

Premesso che la crisi c’è stata davvero, non è un buon motivo per non fare niente.

Dalla crisi non si esce aspettando l’aiuto divino.

 

Tantomeno quello dei nostri politici cosi poco attenti ai bisogni delle aziende italiane.

 

Un’azienda è composta di tanti fattori che sono importanti per il suo successo, come la produzione, la gestione del magazzino, il controllo dei costi, la gestione delle risorse, il marketing, le vendite.

Sono tutti aspetti che vanno curati e migliorati.

In tempo di crisi, l’attenzione, il miglioramento di alcuni di questi aspetti ci può aiutare a superare il momento difficile.

 

Ma se non fai nulla, se non provi a mettere mano a questi aspetti è difficile venirne fuori.

 

Io non mi occupo di produzione e gestione delle risorse, quindi non voglio dare una valutazione.

A naso, credo comunque che convertire la produzione in un’azienda sia molto complicato.

 

Al contrario, so cosa vuol dire vendere in Germania e conosco l’importanza di una strategia commerciale in un’azienda.

 

Mi occuperei quindi di curare l’aspetto commerciale.

 

Parto da un dato oggettivo: avere un potenziale mercato di 142,7 milioni di persone (Italia+Germania) è meglio che avere un potenziale mercato di 60 milioni di persone (Italia).

 

Su questo non credo ci siano discussioni.

 

Se poi questi potenziali clienti hanno anche un potenziale d’acquisto superiore a quello italiano allora direi che la situazione è decisamente migliore.

 

In generale, più il mercato è ampio, più le possibilità di successo per la tua impresa sono ampie.

 

Al Ries, uno dei più grandi esperti di marketing al mondo, sostiene che tanto più grande è il mercato, quanto più successo si ha.

 

Afferma che questa regola vale anche per le nazioni. Non è un caso che i paesi più grandi per ciascun continente sono anche i più ricchi di quel continente: gli USA in America, la Germania in Europa e il Brasile in Sudamerica.

 

Quindi se vuoi che i fatturati della tua azienda aumentino, devi, tra le altre cose, allargare i mercati e devi farlo in maniera adeguata.

 

Non devi andare per forza a vendere in Germania.

 

Però se scegli mercati differenti fallo per un motivo concreto e che abbia senso.

 

Tieni presente che più il mercato è lontano, più riuscire a vendere su questo mercato è costoso (su questo ci ritornerò con un articolo dedicato la prossima settimana).

 

Valuta bene tutti gli aspetti.

 

Io, e non è un caso se sono specializzato sulla Germania, cerco di usare come prima regola il buon senso.

 

Mi chiedo sempre: quale paese dove non abbiamo ancora venduto è vicino all’Italia? È stabile il governo di questo Paese? L’economia è florida?

Come è lo scambio commerciale tra Italia e questo paese per il prodotto A?

 

Nella stragrande maggioranza dei casi, la risposta che ne deriva è che la Germania è il migliore mercato da approcciare.

 

Che non vuol dire dopo che bisogna fermarsi lì.

Può essere l’inizio.

 

Dopo che abbiamo conquistato con i nostri prodotti i mercati più vicini e ricchi, allora sì che possiamo spostarci su mercati più lontani e magari perché no anche più esotici ed affascinanti.

 

Noi da più di 12 anni aiutiamo aziende italiane a esportare e vendere in Germania.

 

Il Metodo Vendom sviluppato e testato attraverso esperienze concrete per una settantina di progetti, permette di offrire un supporto concreto alle aziende che vogliono esportare in Germania.

 

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  • Il Report “I 5 errori da non fare se vuoi vendere in Germania”

 

 

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A presto

 

Francesco

 

Vendom Srl

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